Poeta francese. Figlio di Jean, è considerato uno dei più
importanti lirici del Rinascimento francese. Portato a corte dal padre in
età giovanissima, dedicò a Francesco I il poemetto allegorico
Il Tempio di Cupido (1515) e ottenne dalla sorella del re, Margherita di
Valois, il titolo di valletto. Seguì Francesco I in Italia e cadde
prigioniero a Pavia (1525). Ritornato in Francia, venne accusato di eresia per
non aver rispettato le regole di astinenza durante la Quaresima; fu quindi
arrestato e rinchiuso allo Châtelet (1526). Salvato dal vescovo di
Chartres, che lo fece trasferire nella sua diocesi, preparò durante la
prigionia una nuova edizione del
Roman de la Rose, pubblicata nel 1527.
Più volte perseguitato come eretico per la sua inclinazione
all'evangelismo, riuscì sempre a evitare la condanna grazie
all'intervento del re Francesco o di Margherita. Ottenuta la nomina a valletto
di camera, nel 1534 fu coinvolto nell'
affaire des placards; costretto a
fuggire, trovò rifugio presso Margherita, all'epoca divenuta regina di
Navarra, e poi a Ferrara (1536), alla corte di Renata di Francia. Rientrato in
Francia nel 1537, subì nuovi attacchi in seguito ai quali si
trasferì in Svizzera e poi a Torino, dove morì. Poeta originale
pur nel rispetto della tradizione dei
grands rhétoriqueurs, seppe
fondere la nuova sensibilità rinascimentale con gli elementi tipici
tardo-medievali. Il suo attaccamento alla tradizione è testimoniato dalla
cura che egli dedicò alla riscrittura del
Roman de la Rose, che in
precedenza gli aveva ispirato il poemetto allegorico
Il tempio di Cupido,
e alla nuova edizione delle poesie di François Villon (1532). Scrisse
inoltre la raccolta
Adolescence Clémentine (1532), ispirata ai
ricordi della sua adolescenza; il poemetto d'impostazione polemica
L'Enfer, scritto nel 1526, ma pubblicato nel 1542; una traduzione dei
Salmi (1545) e diverse composizioni di corte (epistole, ballate,
orazioni, rondò, epitaffi e sonetti) (Cahors, Quercy 1496 - Torino
1544).